Penso sia molto interessante e attraente passeggiare per le viuzze della città per scoprire angoli e/o momenti caratteristici che, qualche volta (come in questo caso) potrebbero farti ragionare profondamente. Sono ripetitivo e monotono ma credo che la fotografia è una registrazione della "tua" realtà e in maniera particolare di quello che la tua "anima" riesce a sentire davanti ad un soggetto/oggetto.
![]() |
Povertà o ricchezza? |
In questa immagine (dove un lettore ha visto solo la perdita di valore per la presenza contemporanea di 2 immagini affiancate che si danneggiano a vicenda e per la mancanza di presenza umana) ho avvertito una situazione che impera sempre maggiormente sul nostro modo di vivere: povertà o ricchezza?
Riguardandola con attenzione e frazionandola visivamente in due parti, i messaggi nascosti dovrebbero essere molteplici (almeno per quello che ho provato io):
Riguardandola con attenzione e frazionandola visivamente in due parti, i messaggi nascosti dovrebbero essere molteplici (almeno per quello che ho provato io):
- nella parte sx vi è il valore (dovere?) della donazione alla gente povera e bisognosa, a quelle persone che invocano direttamente o indirettamente il nostro aiuto; dalla parte opposta ho visto il valore materialista del consumismo fatto di firme, finto benessere e di voluta dimenticanza di aspetti ben più significativi e, per questo, preferiamo voltarci in altre direzioni magari giustificandoci un po' banalmente.
- la foto è nettamente (e volutamente) divisa in 2 parti dall'impronta di una mano sull'intonaco che sembra intimare un "ALT" per farti fermare, riflettere e poi scegliere la tua direzione di appartenenza.
- un messaggio tenero d'amore scritto sulla massiccia barra di protezione quasi a voler dimostrare la forza, la potenza e l'indissolubilità del sentimento.
- i 2 oggetti rossi rappresentano 2 tipi di sicurezza: un robusto lucchetto che con forza protegge un valore reale e importante mentre la borsa con le sue frivolezze ha un livello protettivo di pari livello al suo contenuto
- per ultimo, se vogliamo cercare ancora qualcosa, possiamo fare anche una similitudine... politica.
Tutto questo mi porta alla mente quello che scrissi, rafforzato anche dalle giuste osservazioni di Max, in un precedente post nel quale affermavo che una fotografia non deve costruirsi (e poi venir letta) solo nel suo aspetto tecnicistico se un colore è sbiadito o il soggetto non è nel terzo ecc.. ma dev'essere prima "non fatta", ragionata ed elaborata mentalmente; solo dopo quei pochi secondi, quando l'immagine vera emerge come da uno stereogramma, entra in funzione lo scatto per il fissaggio materiale di quell'attimo che diventerà, allora sì, unico e "incancellabile".
Ciao Piero
RispondiEliminaHo visto la tua immagine, suppongo quella con la cassetta per i poveri e la vetrina.
E' un tema ricorrente quello di "confrontare" due stati sociali come povertà e ricchezza, in fotografia spesso avviene mostrando i mendicanti seduti sotto a vetrine di alta moda, oppure mentre la gente intorno passa velocemente nella completa indifferenza.
Pertanto, affronatre fotograficamente questo tema cercando di trovare spunti di originalità è molto difficile... si corre il rischio di mostrare superficialità in fatto di contenuto e di essere troppo distanti come osservatore al punto di non trasferire la tua giusta osservazione a chi "legge" l'immagine e la tua interpretazione.
Il punto è soprattutto questo. Il tema affrontato è stato interpretato con la dovuta originalità e particolarità per mostrare e trasferire le tue sensazioni su questo aspetto della vita?
L'attinenza è colta subito e questo è un punto importante ottenuto, ma l'interpretazione non è originale ed è abbastanza semplice forse scontata come interpretazione.
Credo che sia questa la cosa più importante da chiedersi ogni volta che si prefigura una scena.
A livello tecnico il quadro è diviso in due, pertanto compositivamente è l'ideale per fare visivamente un confronto immediato. Avrei lasciato, leggermente più aria sopra la testa dei manichini in vetrina, troppo a filo così come in basso ai loro piedi.
Il lucchetto rosso e la borsa rossa sono altri due punti di ancoraggio cromatici della vista importanti che danno spunti in più a chi osserva.
Il formato rettangolare così tagliato non è proporzionale, stampando avrai difficoltà sul formato.
Per me è una buona foto ma ti dico di cercare qualcosa di più per rappresentare questo.
Ciao
Umberto
Grazie Umberto,
RispondiEliminaun commento importantissimo per me spec. da un esperto di street quale sei.
E' stata una sensazione improvvisa anche se, come in questo caso, per gli addetti ai lavori, un po' troppo... semplicistica rispetto, come tua hai ricordato, ad imgg ben più profonde e importanti su questo tema .
La foto di città, soprattutto con la presenza di persone, è un genere che mi attira parecchio ma, puntare la fotocamera su qualcosa con qualcuno mi frena facendomi ripiegare su oggetti immobili che producono sensazioni ben diverse.
Forse sfugge un piccolo particolare, conoscendo Piero lui non esce pensando di fare già quella fotografia, non gli interessa se il soggetto è visto e rivisto, scatta trasportato dall'istinto su ciò che lo colpisce, la tecnica è importante ma viene in un secondo momento, l'emozione prevale. Forse tutto ciò è indice di immaturità fotografica, chissà...ma questa è la vera forza di Piero..
RispondiEliminaE' vero Max! "...scatta trasportato dall'istinto..." vedendo la "cassetta dei poveri" e la vetrina piena di luce non sono stato capace di pensare, sottolineo PENSARE, ad altro se non all'opposto significato delle due situazioni. E' stato un momento improvviso, avvertito e compreso che non mi ha fatto nemmeno guardare gli aspetti tecnici dello scatto... :-(
RispondiEliminaMa perchè :-( ? Secondo me :-), vuoi mettere la freschezza degli scatti improvvisi e non calcolati, rispetto a quelli costruiti...non c'è paragone...
RispondiEliminaDirei che tutto si può riassumere con una citazione famosa:
RispondiEliminaOgnuno vede quello che tu sembri,
pochi sentono quello che tu sei.
N. Macchiavelli
Detto tutto
e io aggiungerei....
RispondiElimina"..e per vedere quello che io sono devi
essere simile a me.."
M.Maltomini
Frasi inconfutabili e stracolme di verità!
RispondiEliminaNe deduco che quando produco un img io sono al centro con le mie emozioni e i miei sentimenti e nessun altro può cambiarle.
Mi viene spontanea una (parecchie) domanda che può sembrare banale. Perchè devo far vedere le mie emozioni? Perchè un "lettore" deve contraddirmi e mettere in dubbio quello che io ho provato? perchè ho inquadrato un soggetto insignificante? perchè un fiore arancio sparisce su un prato secco?
Ma anche al contrario...Perchè "voglio" che lo spettatore provi le stesse mie sensazioni? Perchè prima di giudicare raramente si chiede "perchè hai scattato in quella situazione?" cosa ti passava per la testa quando hai mirato...?"
Sciocchezze, va be'.... che, però, almeno a me , fanno pensare.
Piero hai ragione e per venirti in aiuto mi viene da pensare alle nostre serate al circolo. Se hai notato le critiche che vengono fatte difficilmente entrano nel merito della fotografia ma si limitano a "rimedi tecnici" : il ritaglio, la composizione, il fuoco, la luce, ecc. Questo secondo me perchè è praticamente impossibile poter criticare l'emozione del fotografo nel momento dello scatto e chi lo fa non ha alcuna sensibilità per non dire di peggio.
RispondiEliminaCercare di capire l'animo del fotografo è più difficile che fermarsi alla superficie, cioè alla tecnica. Quante volte ho sentito dire "..io l'avrei tagliata così..". Pensa che questa è la frase che più mi ha colpito quando entrai nel circolo..capire come tagliare la foto voleva dire fare belle foto!! e quindi giù a leggere per capire come diavolo tagliare, come vedere, cosa era bello e cosa no. Non dico che ciò sia sbagliato, anzi la tecnica nella fotografia è uno dei parametri fondamentali, però si rischia di perdere l'anima, rendendo tutto più freddo e meccanico...