Cari amici e lettori il Nuovo Anno è cominciato! ...speriamo sia un anno positivo, costruttivo, prodigo di autentica serenità e di... buona Luce :-)) .

"L’ultima uscita proposta da Franco e Alice è senz’altro interessante, ma come concetto è legata a quello tradizionale: “si va a fotografare cose belle e fotogeniche”.
Beninteso io sono il primo a fotografare le cose belle e fotogeniche, ma dal punto di vista “didattico” e diciamo anche “artistico” ho detto molte volte e lo ripeto che un vero fotografo è quello che trova e valorizza il bello in tutto, anche e specialmente dove il bello non c’è.
Invece troppo spesso i fotografi fanno il contrario: vanno in posti ESOTICI, e BELLI apposta per fare delle belle foto ruffiane...
ANZI a volte scelgono posti socialmente orribili come le bidonville, e i quartieri poveri ma molto fotogenici (e ruffiani).
Molte volte mi avrete sentito dire questo discorso, ma lo rifaccio: Secondo me è troppo facile fare delle belle foto in cima alle Ande o in un quartiere di Bombay .
Cosa voglio dire? ...Voglio dire che per noi amatori fare delle uscite sempre su dei bei monumenti e paesaggi ameni non insegna tutto!
una bella uscita costruttiva dovrebbe essere intorno ad un soggetto apparentemente poco interessante, non eccessivamente bello o addirittura “sciapo”.
L’ho detto molte volte: diamo un soggetto del genere unico a tutti da interpretare in un tempo massimo (un mese) per esempio: “Il Quartiere Porta a Mare di Pisa”, “il quartiere del CEPi” Oppure: La “Zona Industriale di Cisanello” ... “la fornace di Campo” ... insomma roba bruttina ce ne è a giro!
Così poi ci confrontiamo su come ognuno di noi ha interpretato la stessa cosa, ma soprattuto come siamo riusciti ognuno a tirare fuori il bello dal brutto. (...)
Condivido in gran parte il pensiero di Giacomo ma non sarei così troppo "misero". E' vero, una foto artisticamente ben fatta ad un brutto soggetto (lo definerei "tremendamente normale") può farlo rivivere ed apprezzare, ma potrebbe diventare un gesto un po' semplicistico; è relativamente più facile rendere bello ciò che "bello" non appare. Credo che l'autentica sensazione che ogni fotografo potenzialmente possiede, deve uscire anche nella bellezza... una foto ad un monumento famoso tecnicamente (=freddamente) ben costruita è una foto "normalmente bella" per la stragrande platea di "lettori" ma potrebbe lasciare impassibili coloro che maneggiano da un po' di tempo la fotocamera ANCHE per fermare un attimo di eternità.
Le uscite fotografiche, secondo il mio modesto parere, debbono essere ben accolte e, in particolare , - come ho specificato nella risposta mail - l'uscita proposta da Alice e Franco è una buonissima idea che potrebbe stimolare la creatività recondita. Fissare quelle costruzioni di luce su antiche superfici può portare il nostro occhio/mirino (e non solo) a pensare l'inquadratura in un modo che è solo nostro e conseguentemente ci permetterà di rivestire la nostra figura mentale/fotografica con un nuovo bagliore di "originale bellezza" cosi' da non portare a casa un'immagine "normalmente bella".
Naturalmente, per quanto mi riguarda, queste opinioni le affibbio anche alle "foto esotiche" o a scatti in siti fuori dai confini normali... mi lascia indifferente la foto di una baraccopoli brasiliana o di una popolazione di terremotati se dentro le immagini non c'è il "cuore" dell'autore (a meno che non sia solo ed esclusivamente una fotoservizio-documentario dove è importante "io c'ero") .
Visto che non sono d'accordo con Giacomo mi piace dire la mia in questa discussione. Userò molti “secondo me” perchè i concetti che esprimerò non sono, ovviamente, verità assolute ma solo miei pensieri, inoltre mi sento di specificare che Giacomo, oltre che socio del circolo, lo ritengo un amico e forse proprio per questo mi permetto di “criticare” le sue affermazioni, ovviamente sperando che sia una critica costruttiva e non distruttiva.
RispondiEliminaLe critiche che vorrei fare si basano su due punti:
1) il carattere di “certezza” attraverso il quale vengono “sparate” definizioni un po' discutibili:
“..un vero fotografo è quello che trova e valorizza il bello in tutto..”;
“..è troppo facile fare delle belle foto in cima alle Ande o in un quartiere di Bombay..”.
2) il senso di “incomprensione” che traspare, portando a pensare che il nostro Circolo fotografico non lo ascolti:
“..ho detto molte volte e lo ripeto che...invece..”;
“..molte volte mi avrete sentito dire questo discorso, ma lo rifaccio..”;
“..l’ho detto molte volte..”.
Inizierei con il dire che secondo me è' molto difficile usare le parole “vero fotografo”, perchè si incorre nella domanda : ma chi è il vero fotografo? Chi può dirlo? Quale è la definizione di “vero fotografo”? Il campo è soggettivo e non oggettivo e ciò elimina ogni classificazione ed ogni schema, come, del resto, la fotografia deve essere. Secondo me si deve fare una distinzione tra “vero” e “bravo”. Probabilmente il “bravo fotografo” è quello che riesce a vincere i concorsi o a vendere le proprie foto o a rendere bello un soggetto brutto, ma se si parla di “vero fotografo”allora le cose cambiano e secondo me, essere “veri fotografi” vuole dire scattare con la propria anima, cercare di catturare quell'attimo per renderlo immortale, ma per se stessi, senza pensare se piacerà anche agli altri perchè in quel momento l'emozione che si prova riempe e appaga.
Come ho detto per riuscire a rendere bella una cosa brutta con una fotografia, secondo me, non serve essere “veri” fotografi ma basta essere “bravi”, magari dopo aver studiato le regole della composizione, dell'esposizione, della luce, avere facilità nella post-produzione, ecc.. Sicuramente si ottiene “soddisfazione” ma se ci si limita a questo si rischia di perdere quell'emozione che si prova nel fotografare quello che ci pare. E' qui il punto di svolta...fotografare quello che ci pare... Questa non è una frase qualunque ma per me racchiude il senso del “vero fotografo”, non guardare le mode (paesi esotici, guerre, baraccopoli...) ma fotografare quello che ci emoziona. Io penso che solo così si può diventare grandi fotografi..o quanto meno divertirsi....
Per me la vera difficoltà è trasmettere agli altri quell'emozione che mi ha portato ad inquadrare e riprendere quel soggetto. Non mi importa la qualità del soggetto (bello o brutto) basta che possieda un qualcosa che mi spinga a fotografarlo, anche perchè la bellezza è comunque anch'essa un fattore soggettivo e quindi libera da schemi (e meno male!).
Penso che non è affatto facile fare delle “belle foto” a prescindere dal soggetto o dal luogo, e chi lo pensa pecca di presunzione, perchè, secondo me, rimane sempre principale ed esclusivo attore colui che preme il pulsante della macchina fotografica, altrimenti tutti saremmo Cartier Bresson, Ansel Adams, ecc,.
P.S. continua nel post successivo
Si parla di DIDATTICA, argomento importatissimo e stimolante, ma inserito e legato ai concetti come “veri fotografi” e “belle foto”, penso che non sia stato un accostamento felice in quanto sono argomenti mossi da dinamiche diverse. Però la frase: “.. fare delle uscite sempre su dei bei monumenti e paesaggi ameni non insegna tutto!..”, sinceramente mi da un pò fastidio perchè sembra e sottolineo sembra, che voglia denigrare l'uscita proposta dai componenti del Circolo e questa non è una piacevole sensazione. Senza entrare nel merito (è ovvio che una uscita non insegni tutto! Niente insegna tutto e poi “tutto” cosa?) a me sembra che sia stato espresso un concetto interessate (uscite didattiche) ma in maniera sbagliata. Capisco che sono proposte e ne sono felice perchè le proposte sono la linfa del Circolo, ma quando, come nella frase “una bella uscita costruttiva dovrebbe essere intorno ad un soggetto apparentemente poco interessante..”, si usa il verbo “dovrebbe” invece che “potrebbe” non si da l'idea di intento propositivo ma bensì di voler contestare le proposte degli altri, senza nemmeno sapere come potevano essere, visto che non vi si è partecipato, e con la presunzione di sapere già, a prescindere, che l'uscita non sarà “didattica”. Tutto ciò contraddice l'originario intento di imparare o no?
RispondiEliminaOgnuno di noi ha interessi diversi e quindi è attratto da cose diverse, magari a me i quartieri degradati di Pisa non mi interessa fotografarli, ma non perchè ho timore di mettermi in discussione o ho la presunzione di pensare che non mi serva questo esercizio didattico, ma perchè magari sono fuori dai miei interessi o semplicemente perchè non mi piace il soggetto, però non per questo considero la proposta “non costruttiva”, perchè, secondo me TUTTO è costruttivo e da TUTTO si può imparare e non si finisce mai di farlo.....
Ciao
caro Max il tuo non è un commento ma un saggio che elenca cose giuste... ma poco propositive sul tema specifico Uscite Fotografiche, o no?
RispondiEliminaSecondo il mio parere Giacomo ha voluto "dare una mossa" alle attività fotografiche del circolo cercando di renderle un pò... pepate.
Le uscite sono importantissime e lasciano tracce marcate nella nostra sensibilità e ci aiutano a stare insieme in modo anche "spensierato".
Io mi sono abituato a dare ad ogni img un titolo proprio che mi spinge anche a parlare con essa. E se anche le uscite avessero un tema obbligato? Un tema che stimoli alla creatività che apra l'occhio su soggetti/oggetti "non visti" che renderebbero le uscite +fascinose e portatrici di nuovi confronti e commenti.
Mi vengono in mente (anche perchè spinto da Franco, il ns Tour Operator) alcuni argomenti timonieri, magari, di future iniziative:
> PAESI DIMENTICATI - L'Aquila, Civita di Bagnoregio (VT)
> COLORE: CONTRASTO E QUIETE - Burano, Ville Venete del Palladio, valli di Comacchio, Spina
> NATURA E IMPONENZA - Valle d'Aosta, i Castelli e il Parco del G. Paradiso.
> IL PARCO IN... CENTRO - Parco N.le del Circeo, Gaeta... Tuscania, Cerveteri...
> CAOSSILENZIO - modernità e natura circostante di una città caotica
Questi sono semplici e sereni suggerimenti che cercano di inglobare tutti i gusti fotografici in egual misura: natura, architettura, storia e cultura. Naturalmente essendo opinioni personali saranno (devono essere) criticabili e, allora, chi vuole, critichi pure così imparo di più ;-) . Grazie.
Riporto volentieri collegabile a quello che ho scritto nel commento precedente un periodo di Michael Freeman ripreso da un suo volume: "L'Occhio del Fotografo - la composizione nella fotografia digitale"
RispondiEliminaL’aspirazione a discostarsi il più possibile da ciò che è stato già fatto è viva nella fotografia più che nelle altre arti visive. Ciò deriva da due fattori: l’enorme quantità di fotografie a cui siamo esposti e la natura meccanica del processo di registrazione fotografica. La combinazione di questi due fattori fa sì che spesso scene simili producano immagini simili. Scenari e soggetti ben noti sono stati fotografati innumerevoli volte e i modi di farlo sono necessariamente limitati (pochi punti di vista canonici e alcune tecniche compositive dettate dal senso comune). La maggior parte dei fotografi non prova alcuna soddisfazione all’idea di creare un’immagine che difficilmente potrebbe essere distinta dalle altre. In una fotografia, non è possibile, come in un dipinto, scegliere in che modo rendere i dettagli o le forme. La fotocamera lavora in modo imparziale. Questa è la ragione principale che spinge i fotografi a sperimentare sempre nuove inquadrature, dal momento che la composizione è lo strumento che meglio si addice a esprimere la propria creatività.
Questo è il link per chi volesse leggere di più ;-)
http://www.circolofotografico.eu/la-composizione-nella-fotografia-digitale-%E2%80%93-l%E2%80%99intenzione/#more-617
Ciao Piero...probabilmente mi sono fatto trasportare da quella sensazione di svalutazione della proposta di uscita e da quelle "verità" che ho respirato nelle parole di Giacomo, magari cadendo nella voluta provocazione fatta per rendere un pò più "pepate" le uscite, tanto da perdermi ad "elencare cose giuste"..
RispondiEliminaComunque il senso della mia risposta era dire che tutte le uscite sono didattiche e quindi utili, basta saperle valorizzare e capirne l'essenza e magari accettare le proposte degli altri affinchè vengano accettate anche le nostre...per crescere occorre una critica costruttiva e non distruttiva.
Le uscite fotografiche sono importanti in tutti i sensi e, nel limite del possibile, vi si dovrebbe partecipare tutti e sempre, proprio per crescere sia durante che dopo quando si visionano gli scatti. Sono molto favorevole alle uscite fotografiche poichè in primis sono divertenti in quanto siamo tutti assieme e si respira "Il Gruppo" e poi ho potuto vedere che a prescindere dal luogo (quindi non serve criticarlo) ognuno di noi tira fuori quello che di particolare ha dentro...ricordo la tua bella foto ai bicchieri fatta sul lago Trasimeno...
Probabilmente si possono diversificare le uscite, nel senso farle libere o a tema, o tutte con grandangolo, o tutte di notte, o chissà come..ma penso che non si possa dire che una sia meglio dell'altra in quanto ognuna ha la sua caratteristica. Il tema obbligatorio è sicuramente stimolante ma alla lunga annoia (almeno questo è quello che penso). Probabilmente la miglior cosa è trovare un "equilibrio" cercando di diversificare le uscite il più possibile.
Però in questo contesto a me piace più parlare delle sensazioni che mi da un'uscita fotografica, che di quale possa essere la migliore, anche perchè è un fattore così soggettivo che per forza di cose non potrà trovare tutti d'accordo...Seguendo il tema "Uscite fotografiche o no?" mi sento stimolato più ad approfondire il concetto, a riflettere sull'importanza sia sociale che culturale e anche didattica delle uscite, evitando di entrare nella valutazione della singola uscita che lascio alle riunioni del Circolo..
Oooooo! Ma quanto puzzooo!!! La mia era solo una mail per dire la mia... e m'avete fatto il processo! Quando torno giuro di camminare sui ceci per tutta la sede del gruppo.
RispondiEliminaA parte tutto non volevo denigrare nessuno del circolo e nessuna iniziativa. Io non ho detto mai "secondo me" perchè mi sembrava scontato che se esprimo un opinione è "secondo me". Se è sembrato che fossi l'Assoluto Dio del Fotografo mi dispiace, ma non era mia intenzione (ma non mi è sembrato di fatto).
Come non era mia intenzione far sembrare che nessuno mi ascolti ...e non mi sentro affatto incompreso dal gruppo. Non ho partecipato perchè avevo da andare per forza in un agenzia!
Ho scritto veloce di getto come se parlassi con voi, non volevo scrivere un saggio di fotografia, non ne ho le competenze...
insomma MAMMAMIA! meno male avevo iniziato dicendo che era una bella iniziativa! se no che succedeva? ... Per favore Piero lo togli il mio commento! E la prossima volta non ce lo mettere proprio! (ora scherzo, ma anche no...chissà!)...comunque la prossima volta ci penso 10 volte e poi un ne faccio di nulla.
Caro Giacomo queste sono le "sane discussioni" che fanno crescere e, per fortuna, c'è chi le condivide e chi no. E il tuo pensiero, nel blog, diventa utile per lo scambio di opinioni e appare più sincero in quanto, scrivendo, le parole sono più pesate e pensate.
RispondiEliminaQuesta tua "uscita", come vedi, ha stimolato un pò tutti a dire quello che pensano e, molto importante, potrebbe aver lanciato le basi per nuove e stimolanti iniziative.
Tranqui amico mio! e divertiti sotto il... sombrero :-))
Ragazzi intervengo, o meglio credevo di essere stata la prima ad aver scritto subito dopo Giacomo ma il mio commento sembra volatilizzato.
RispondiEliminaSoprattutto per dire che vi siete persi tutti una bellissima uscita, quella di Lucca, eravamo pochi, 4, ma buoni: io, Cristina, Franco e Moreno, abbiamo fatto foto, litigato coi cavalletti e fotografato anche senza..., chiaccherato, ci siamo freddati e poi scaldati in pizzeria, abbiamo parlato di tutto un pò ma soprattutto abbiamo passato una piacevolissima serata, cominciata alle 18 e terminata a mezzanotte!!!
Le uscite fanno bene, sono divertenti e stimolanti, soprattutto nella speranza di fare la foto 'giusta'.
FACCIAMOLE!!! Saluti a tutti!
...sono divertenti e stimolanti, soprattutto nella speranza di fare la foto 'giusta'...
RispondiEliminaBen detto! e aggiungerei che non importa fare 1000Km, le cosidette locations possono essere più vicine di quanto immaginiamo (per es. ieri pom. son stato a San Rossore con Max)
E poi, INSIEME, magari col "maestro";-) , la foto giusta e ben fatta ci scappa sicuramente...
Alla prossima.
Concordo con Alice e Piero...l'importante nelle uscite è stare bene e non occorre andare lontano o cercare chissà quale soggetto o meta....tutto vanno bene per il nostro scopo..condividere il piacere di fotografare...
RispondiEliminaUna ottima foto, indipendentemente da dove è stata scattata e con chi, è quella che a distanza di anni ti da emozione ogni qual volta la guardi, e ti fa riprovare le sensazioni uniche di quando l'hai scattata.
RispondiEliminaPer la cui la buona, accattivante, perfetta, stratosferica foto non dipende da dove l'hai scattata, me per chi.
Chi fotografa solo e solo per se e non ha bisogno di posti ESOTICI e BELLI per fare delle belle foto.
Uno scatto ferma un'emozione, una sensazione, un profumo un attimo, un istante, un .... per sempre, ma solo per chi l'ha scattata e per nessun altro.
Una foto dovrebbe essere fatta della stessa materia di cui sono fatti i sogni, infatti dare vita ad una foto significa trasformarla in emozione e viverla per sempre perchè se così non fosse senza cuore sarebbe solo una foto.
e per concludere questa sconclusionato intervento vale la pena ricordare che la fotografia non mostra la realtà, ma l'idea che se ne ha.
Meno male...leggo anche questi pensieri di "massimo" ed "ale"...mi rincuorano e pur senza conoscerli li ringrazio.
RispondiEliminaPremetto:non sono un'esperta fotografa, conosco appena qualche base tecnica, pertanto il mio parere non avrebbe niente da insegnare.
Fotografo x divertimento, x allegria, x l'emozione del momento..e sono capitata su questo blog un pò x caso, navigando col solo intento di leggere e arricchirmi sull'argomento fotografia ed informarmi su corsi.
Ma mi aveva intristito sentir parlare di "didattica, tecnica, vero fotografo, posti giusti o foto ruffiane...ecc...talvolta scritti in maiuscolo x accentuarne l'importanza o esaltarne il senso.
Beh...personalmente mi sono avvicinata alla fotografia grazie all'emozione intensa che ho provato dentro di me guardando un album digitale fatto da un amico, circa due anni fà,e sò x certo di foto scattate a quel tempo con semplice istinto, senza corsi,didattiche, senza conoscenze tecniche specifiche e strumenti o luoghi particolari.
Foto di soggetti che da 40 anni magari vedo intorno a me nella natura...natura che adoro, nella quale cammino mi avventuro e ne respiro il profumo da sempre!!
Ma l'emozione che provai nel vedere quel video mi dette di più, tanto da farmi piangere; era come se qualcuno fosse riuscito a tradurre in immagini il mio stesso animo,il mio amore per la natura: ed anzi, riusciva a farmi vedere anche ciò che non avevo mai visto, a farmi sentire immersa ed in dialogo con quella natura, quasi in simbiosi... percepivo il cuore di colui che aveva scattato quelle foto, percepivo le sensazioni che lo avevano spinto a fare clic...e fermare quell'attimo di vita meravigliosa e misteriosa, irripetibile... e renderlo eterno.
Ancora oggi mi dà la stessa emozione rivedere quelle foto...
Capii che la fotografia poteva essere un mezzo per far parlare la propria anima, esprimere ciò che spesso non siamo liberi o capaci di fare a voce...o per scritto...
Un'arte,una passione dettati dall'ispirazione...come la musica, la scrittura...e come ogni arte ogni frutto e' unico, prezioso per chi lo crea...perche' dentro l'artista ha messo una parte interiore di sè...altrettanto unica e preziosa.
contrinua....
Non si può parlare di vero fotografo o no...quel momento non puo' essere visto come una foto per gli altri...non può e non deve piacere a tutti...l'ha fatta prima di tutto con sè stesso quasi dialogando con la sua stessa anima...lasciando uscire libera l'emozione interiore di quel momento...(personalmente questa foto la sento una cosa così intima che mostrerei solo con chi sono certa mi conosce nel profondo e mi stimi e rispetti, perchè sò che vedrebbe me prima di tutto in quella foto, e non la foto di per sè....).
RispondiEliminaCerto che conoscere strumenti e tecniche serve, e' quello che vorrei imparare, ma solo x riuscire ad esprimere al meglio e con più agilità l'istinto...vedo un soggetto, mi piace,dentro mi scatena una poesia/immagine e vorrei cercare di coglierne e immortalarla cosi' come l'ho sentita...x cio' che mi ha dato emozione,e sapere come usare le impostazioni mi serve. Ma se sono in un luogo dove niente mi ispira questo...non fotografo, non mi viene proprio e non me ne creo un problema!!!
Stiamo parlando di passione e divertimento...non di professione fotografo come lavoro, dove "DEVI" fotografare comunque a prescindere se ti piace o no cosa devi fotografare, perchè svolgi un servizio che deve piacere agli altri.!!!
Se pensando alla fotografia dici "bisogna andare...bisogna fare...si deve...", se quando fai una foto la fai perchè ti ritrovi a pensare: "vediamo se riesco a trarre il bello da questo soggetto brutto, vediamo se stupisco fotografando il Cep o Porta a mare...ecc..." temo che non fai una foto spinto da ciò che hai nel tuo animo, dall'emozione che provi e se provi nel momento...ma la fai perchè ti arrivi poi un appagamento dall'esterno...per produrre un qualcosa "oggettivamente bello e strabiliante" x gli altri, ed e' tutta un'altra "arte"...(assai diffusa oggi).
Personalmente riconosco e percepisco se c'era un'ispirazione emozionale dietro a chi ha scritto una canzone, una musica, un romanzo...o se e' stata fatta x fare mercato.
Temo che alla lunga si possa perdere quell'istinto piacevole, quella poesia quell'emozione e quell'allegria non programmate che ci avevano inizialmente avvicinato al mondo della fotografia e ci spingevano a fare "clic" proprio in quel momento...sostituendola col calcolo distaccato, col mettersi alla prova, col "devo fare foto qui o li' o così"...ed e' un vero peccato, mi dispiacerebbe davvero tanto.
Mi sono permessa di esprimere questo mio pensiero e condividerlo con chi legge, senza superbia, semplicemente perchè sento di scriverlo x prima a me stessa.
Grazie...:)
Carissimo Ale', carissima... Anonimo,
RispondiEliminaper altri impegni foto&grafici non ho potuto seguire gli ultimi aggiornamenti di questo blog e quindi mi scuso per le mancate risposte.
Che dire.... sono riflessioni che condivido pienamente; anch'io "voglio bene alla fotografia" perchè mi permette di colloquiare con me stesso e poi con gli altri con una forma ben +profonda e diretta come tu stessa confessi "la fotografia poteva essere un mezzo per far parlare la propria anima, esprimere ciò che spesso non siamo liberi o capaci di fare a voce...o per scritto..."
Come dice Ale' "Uno scatto ferma un'emozione, una sensazione, un profumo un attimo, un istante, un .... per sempre, ma solo per chi l'ha scattata e per nessun altro." è una particolare sensazione di benesssere quella che provi dietro il display quando te e il tuo soggetto diventate "unici" pezzi di un mondo che, per un rapidissimo istante, se ne sta fuori col suo caos, le sue cattiverie, i suoi dilemmi. Ma provare a condividere con altri questi momenti e sentire l'altro che prova le stesse vibrazioni presenti all'origine dello scatto, è un qcosa che ti riempie di gioia perché il tuo visitatore diventa spettatore felice dei tuoi sogni: "Una foto dovrebbe essere fatta della stessa materia di cui sono fatti i sogni".
Quindi, è confermato (per fortuna), ma non c'erano dubbi, che il luogo fotografico è secondario ed ininfluente se in quel luogo non ci sei con te stesso/a.
Discussione utile e avvolgente, non c'è dubbio..
Grazie a tutti (spec. a Giacomo per averci fatto fermare un attimo a parlare di... cose serie :-) )
piero
PS - Anonima... Anonima... del Gruppo? ;-)
No...non sono del Gruppo...ne' di altri gruppi fotografici...A dire il vero fino a poco tempo fà non sapevo neanche che esistessero gruppi..:). Anonima "autonoma", interessata ad imparare qualcosa in più tecnicamente...e ogni tanto mi diletto in internet alla ricerca di confronti che ritengo siano sempre un arricchimento....Grazie della gentilezza e ospitalità...:)
RispondiEliminaGrazie a te per avermi/ci fatto "sentire" i tuoi pensieri.
RispondiEliminaContinua a seguire questo blog e, visto la tua sensibilità, t'inviterei a commentare anche quelle poche fotografiche "sensazioni/emozioni" che ogni tanto pubblico.
Grazie ancora Anonima (magari un nome - anche fantasioso - forse ci aiuta a sentirci più... simili :-) )