- "..come insegnano tra gli altri Gide ("l'importanza sia nel tuo sguardo, non nella cosa guardata") e Proust ("non l'andare verso nuovi paesaggi, ma l'avere occhi diversi"), lo sguardo è – quasi – tutto: il modo di porsi e rapportarsi alla realtà, di ritagliare la propria visione (parlando di immagini) in mezzo alle infinite maniere possibili di guardare il mondo, cercando di porre sullo stesso asse, per citare Cartier-Bresson, occhi, mente e cuore..."
beh... che dire... ? pensieri che condivido pienamente e che VORREI diventassero i miei traguardi fotografici riassunti in uno slogan: vedere il "non visto".
Il mondo che ci circonda è percorso in fretta tutti i giorni e riempito di insignificante semplicità (=banalità) che, davanti a noi appare superflua e tremendamente normale. VORREI che "l'insignificante", la "normalità trascurata" assumessero nuovo vigore visivo mediante una loro collocazione unica, ragionata ma soprattutto elaborata dentro.
La tecnica fotografica è di fondamentale importanza ma, secondo il mio insignificante parere, le emozioni che provi prima di portare la macchina agli occhi, mentre rinchiudi la tua scena in quel quadratino e poi, al termine, quando la rivivi nella tranquillità della tua stanza/mondo, sono di un valore che oltrepassa il puro ragionamento tecnico-analitico.
E allora... la visione (lettura?) di un'immagine non deve bloccarsi solo sui valori di diaframma, fuoco, tempi ma deve comprendere altri aspetti non di secondaria importanza: il colpo d'occhio, il peso del soggetto ma, sopratutto, l'atmosfera entro la quale l'autore vuole serenamente condurti facendo ricorso, se necessario, anche a idee più/meno creative... occhi, mente e cuore...
La tecnica fotografica è di fondamentale importanza ma, secondo il mio insignificante parere, le emozioni che provi prima di portare la macchina agli occhi, mentre rinchiudi la tua scena in quel quadratino e poi, al termine, quando la rivivi nella tranquillità della tua stanza/mondo, sono di un valore che oltrepassa il puro ragionamento tecnico-analitico.
E allora... la visione (lettura?) di un'immagine non deve bloccarsi solo sui valori di diaframma, fuoco, tempi ma deve comprendere altri aspetti non di secondaria importanza: il colpo d'occhio, il peso del soggetto ma, sopratutto, l'atmosfera entro la quale l'autore vuole serenamente condurti facendo ricorso, se necessario, anche a idee più/meno creative... occhi, mente e cuore...
Questo è un mio opinabile giudizio; se ci sono commenti o altre contro-riflessioni...
Grazie Max per avermi dato l'occasione di pensare fotograficamente in queste poche righe.
Grazie Max per avermi dato l'occasione di pensare fotograficamente in queste poche righe.
"Condivido in pieno le tue riflessioni. Sei fortunato ad avere un animo poetico e artistico che ti permette di trasferire nelle immagini queste sensazioni.
RispondiEliminaIo mi devo accontentare della tecnica, purtroppo. Hai tutta la mia invidia (SANA)."
Grazie Franco del tuo importante commento!
RispondiEliminaMi piace fotografare perché quando scatto mi sembra di creare qualcosa... e creare, qualunque cosa, qualunque immagine, mi affascina parecchio.
Non sono d'accordo assolutamente su quel "purtroppo" che hai usato nei tuoi confronti (forse ti è sfuggito involontariamente :-) )... le tue foto sono tecnicamente e "tremendamente" perfette come tanta gente esperta ha sempre confermato... e lo sai bene anche te!
Hai tutta la mia invidia!!! ;-)
Pensieri e parole, questo mi viene di impulso a leggere quello che ha scritto Piero...mettere nero su bianco ciò che affolla la mente durante l'attimo dello scatto...impresa facile e difficile nello stesso tempo, perchè partendo dalle considerazioni superficiali si può arrivare ad una profondità senza fine. Come quando si assiste alla lettura di una foto, si parte dalla tecnica e poi si va sempre più verso il profondo, cercando sensazioni ed emozioni, cercando il cammino che la foto fa provare. Non ci si accontenta dell'esterno si vuole l'interno e questa è la bellezza della fotografia...ad una foto con l'anima si perdonano anche gli errori di tecnica..Probabilmente con il termine "foto di ricerca" si vuol dire proprio questo, la ricerca dell'anima "..mentre rinchiudi la tua scena in quel quadratino.."....Ciao
RispondiEliminaBravo Max! riesci sempre a far riflettere... mi piacciono i tuoi approfondimenti e dalle ultime foto che hai mostrato direi che metti bene in pratica le tue sensazioni riuscendo a trasmettere interesse, piacevolezza e poesia.
RispondiElimina"...si parte dalla tecnica e poi si va sempre più verso il profondo..." perfetto Max! Ma certe volte mi sembra che non si riesca (o voglia) oltrepassare la cruda tecnica; vuoi, quasi sempre, per la "giovinezza" di certi autori (=me!) ma anche per la "nobiltà" di qualche osservatore che non vuole scavare oltre, interrogare ed interrogarsi. ;-)